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LA NOTTE DEL 20 LUGLIO 1969

Filmografia lunare

di Cesare Balbo

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Le prime parole sulla Luna dette il 20 Luglio 1969 dal comandante dell'Apollo 11 Neil Armstrong "un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità", per qualcuno furono recitate sulla scena di un set cinematografico.
Nel corso di questi quarant'anni hanno riscosso un certo credito le teorie di Bill Kaysing nel libro "Non siamo mai andati sulla Luna" secondo cui lo sbarco sarebbe stato tutto una finzione girata in studio. A questa tesi si ispirò il film "Capricorn one" (1978) ipotizzando l' ambientazione dello sbarco in uno studio televisivo. Insomma su una delle più grandi imprese dell'uomo si è fantasticato, prima e dopo lo sbarco, contaminando realtà e science fiction, genere reso celebre da "2001 Odissea nello spazio" (1968) di Stanley Kubrick uscito quasi in concomitanza all'evento.
Nell'anniversario dello sbarco che coincide anche con l'anno internazionale dell'Astronomia, ripercorriamo le pellicole più significative ambientate sul satellite della Terra.
Il tema del viaggio fantastico sulla Luna era presente già a fine Ottocento a teatro, con "Le Voyage dans la Lune" operetta di J. Offenbach, e negli spettacoli di fiera.
Georges Méliès, il precursore degli effetti speciali, traspone "Il viaggio nella Luna" (1902) al cinema ispirandolo liberamente ai romanzi di Jules Verne "Dalla Terra alla Luna" e di H.G.Wells " I primi uomini sulla Luna" . E' celebre la scena del proiettile-astronave che si abbatte su un occhio della Luna, come pure quella dei seleniti, interpretati da acrobati delle Folies Bergère. Altro adattamento dell'omonimo libro di H.G.Wells è l'inglese " First men in the moon"(1919) di J.L.V. Leigh: ambientato nel 1886. Nella storia di un eccentrico scienziato inglese che organizza il primo volo, si cela la speranza umana di incontrare i seleniti, ribadita nel remake, quasi un appello, "Base Luna chiama Terra"(1964). In entrambi i film i primi esploratori sbarcati scoprono tracce di una precedente spedizione avvenuta intorno al 1899, a coronamento delle aspettative di fine secolo. Il merito del passaggio dai rudimentali "effetti speciali" a una cinematografia in grado di creare "mondi" è del genio creativo di Fritz Lang con "Una Donna sulla Luna" (1928). Per la dimensione avveniristica degli scenari ricorda "Metropolis" riveduta in chiave fantascientifica senza alcun anelito messianico. A bordo di un'astronave a razzo parte una spedizione tedesca, quattro uomini una donna più un clandestino, con l'obiettivo di trovare presunte miniere d'oro sulla Luna. Sul satellite, dove l'atmosfera è respirabile, tutto è come sulla Terra: rapacità, gelosia, miseria e grandezza dell'uomo.
Per la realizzazione si ricorse alla consulenza tecnica dei padri della missilistica, Hobert: e Ley autori del progetto di un razzo di prova come "lancio" pubblicitario della pellicola. E' sempre merito loro l' efficacia delle fasi di partenza del gigantesco razzo, che colpiscono per la forza "espressionistica".
Ancora di H.G. Wells, stavolta anche soggettista e sceneggiatore, l'idea del film del 1936 di "Vita Futura" ambientata tra il 1940 e il 2036 : la Luna appare solo nelle scene finali, dopo che la guerra ha devastato la Terra, quale approdo per la nuova rinascita. Fu uno dei più grossi sforzi produttivi del cinema britannico negli anni '30, una replica al tedesco "Metropolis", premiato da un grande successo di pubblico.
L' affermazione della science fiction si deve a "Uomini sulla Luna" di Irving Pichel, il primo film hollywoodiano sui viaggi nello spazio. Firmato da George Pal altro padre degli " effetti speciali" a cui andò l'Oscar, per quella categoria nel 1950, fu un successo internazionale, capace di sdoganare definitivamente la fantascienza dai B-movie e lanciare un vero filone al cinema. Nell'alleanza tra un industriale aeronautico , un generale e uno scienziato astrofisico si legge il comune impegno degli americani di sbarcare prima dei sovietici. Nel 1952, arriva in Italia "I Conquistatori della Luna" di Fred C. Brannon, uno spin-off del serial "Radar Man", sulle avventure di un uomo dotato di una particolare tuta che gli permette di volare. Dallo stesso serial fu tratto un film dal titolo "Retik, the moon menace" (1966): il titolo esprime le ansie del tempo quando dallo spazio venivano minacce da cui difendersi alludendo alla guerra fredda di quegli anni, peraltro combattuta attraverso la supremazia spaziale.
Con "Cat Women of the Moon" noto anche come "Rocket to the Moon" di Arthur Hilton, si inaugura la dimensione affascinante con una Luna popolata da belle Selenite alla "Barbarella". Una dimensione sexy che viene ripresa da "Missili sulla Luna" (1958) di Edward Cahn per allietare lo scenario incupito da ragni giganti nelle caverne.
Persino Totò, decide di farci un salto nelle ultime sequenze del film di Steno "Totò nella Luna" (1958).
Interpreta un editore che decide di inviare nello spazio il suo fattorino speciale (Ugo Tognazzi) perché ha nel sangue il glumonio, una sostanza che lo rende idoneo per i voli. La sceneggiatura di Ettore Scola cita "L'invasione degli ultracorpi", quando allude alle entità aliene che vogliono impedire i voli spaziali.
  CONTINUA ...»

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